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Immagine del redattoreClinica Veterinaria Cavaria

LEISHMANIOSI CANINA ...UN NEMICO DA CONOSCERE: CHE CURE E COME PREVENIRLA?

IL MIO CANE HA LA LEISHMANIOSI CANINA, COME LO CURO?


Esistono diversi protocolli terapeutici per i cani affetti da Leishmaniosi.

La terapia permette in un gran numero di casi di raggiungere la guarigione clinica (regressione dei sintomi, normalizzazione dei parametri ematici e urinari) ma il cane rimane quasi sempre infetto a vita.

Gli obiettivi del trattamento sono:

  • migliorare le condizioni cliniche

  • ridurre la carica parassitaria

  • curare i danni indotti dal parassita

  • ristabilire una corretta risposta immunitaria

  • ridurre il rischio di recidiva

Il trattamento è riservato a soggetti malati che, oltre ad aver evidenziato la presenza del patogeno, hanno evidenziato anche segni clinici ed alterazioni degli esami compatibili con la malattia.


Negli anni numerosi esperti in materia hanno stilato sistemi di “classificazione” della malattia al fine di aiutare la gestione del paziente affetto da Leishmaniosi canina.

L'ampia gamma di sintomi e alterazioni, da lievissime ad estremamente gravi, comporta un diverso approccio ad ogni caso così come una diversa prognosi.


I farmaci attualmente disponibili per il trattamento della Leishmaniosi canina sono antimoniato di meglumina, miltefosina, allopurinolo e domperidone

Il protocollo più frequentemente usato e maggiormente efficace prevede l'associazione tra antimoniato per 30-60 giorni e allopurinolo per 6-12 mesi.

L'associazione tra farmaci permette una più duratura remissione rispetto all'uso del singolo farmaco.

Altro protocollo utilizzato con successo (probabilmente inferiore al precedente) è miltefosina per 30 giorni associato a allopurinolo per 6-12 mesi.



QUINDI FACCIO TERAPIA PER LA LEISHMANIOSI E IL CANE GUARISCE?


Gli attuali protocolli terapeutici permettono nella maggior parte dei cani un miglioramento clinico (quasi mai la guarigione totale) già nel primo mese di terapia ma il monitoraggio nel tempo è fondamentale.

Non esistono protocolli standardizzati di monitoraggio ma devono essere studiati ad hoc per ogni cane.


Soprattutto per i primi mesi post diagnosi e terapia il cane deve essere valutato più volte clinicamente con attento monitoraggio dei parametri ematobiochimici ed urinari, sottoposto periodicamente a determinazione del titolo anticorpale (di solito non prima di 6 mesi dal termine della terapia) e/o della ricerca del parassita mediante RT-PCR.


I cani per quanto possano aver ben risposto alla terapia possono presentare recidive e dover essere nuovamente “stadiati” e sottoposti a terapia mirata.

Non è possibile a priori stabilire se un soggetto malato richiederà più trattamenti nell'arco della sua vita.



MA SE IL MIO CANE RISULTA SOLO INFETTO DA LEISHMANIA COSA FACCIO?


I cani infetti, cioè quelli in cui è stata dimostrata la presenza del parassita mediante metodi indiretti (ricerca degli anticorpi) o diretti (ricerca DNA o visualizzazione diretta del parasstia) in assenza di alterazioni cliniche e di laboratorio compatibili con Leishmania, devono essere monitorati ogni 3-6 mesi tramite visita clinica, esami di laboratorio ed esami specifici per identificare precocemente la possibile progressione dell'infezione verso la malattia.



IL MIO CANE PUO’ MORIRE PER LEISHMANIA?


Purtroppo sì, la principale causa di morte in corso di Leishmaniosi canina è la malattia renale.

Infatti l'eccessiva presenza di anticorpi non protettivi contro Leishmania può causare una glomerulonefrite e portare ad un danno renale irreversibile.


A differenza di quanto si pensava in precedenza l'antimoniato (prima scelta terapeutica in quasi tutti i soggetti malati) non ha potenziale nefrotossico e con le giuste attenzioni può essere usato anche in soggetti con insufficienza renale.


L'attento monitoraggio del paziente è fondamentale per la buona riuscita della terapia, per “prevenire” le ricadute e per migliorare la qualità di vita del cane.



MA QUALI ARMI ABBIAMO A NOSTRA DISPOSIZIONE PER PREVENIRE LA LEISHMANIOSI CANINA?


Ci sono accorgimenti utili per ridurre la possibilità di “incontro” con il patogeno, la regola numero 1 è non permettere che il flebotomo faccia il pasto di sangue sul cane.


Per fare questo dobbiamo:

- applicare antiparassitari con effetto repellente disponibili in diverse formulazioni (attenzione alla convivenza con gatti per i quali il contatto con determinati repellenti può risultare tossico)

- limitare le passeggiate all’alba e al tramonto

- ritirare il cane in casa nelle ore notturne

- applicare zanzariere a maglie fitte alle finestre (il flebotomo è molto più piccolo di una zanzara)


I repellenti spot on hanno una durata di 3-4 settimane e devono essere applicati almeno un paio di giorni prima della permanenza in area endemica.


I collari hanno efficacia repellente dopo circa una settimana e hanno una durata di azione di diversi mesi.



ESITE UN VACCINO CHE PROTEGGA IL MIO CANE DALLA LEISHMANIOSI CANINA?


In Europa è registrato un vaccino (Letifend) per la somministrazione annuale.

Possono essere vaccinati cani:

  • negativi per Leishmania

  • sopra i 6 mesi di età

La somministrazione è sottocutanea con richiamo annuale sempre preceduta da analisi per verificare l'assenza di infezione da Leishmania.


Il cane vaccinato può comunque infettarsi e ammalarsi, lo scopo del vaccino è “stimolare” una risposta cellulare protettiva nei confronti di Leishmania. Un cane vaccinato sarà quindi più “pronto” a contrastare/arginare Leishmania con l'attivazione della giusta immunità rispetto ad uno non vaccinato.


La protezione inizia quattro settimane dopo la vaccinazione e dura un anno, è fondamentale somministrare un’iniezione di richiamo ogni anno per mantenere l'efficacia del vaccino.


Il vaccino non si sostituisce all'uso di repellenti nei confronti del flebotomo e a tutte le altre regole (vedi sopra) che limitano il contatto con il vettore.


La vaccinazione non va dunque intesa come uno “schermo protettivo” nei confronti di Leishmania per cui resta fondamentale l'uso di repellenti che impediscano il pasto di sangue del flebotomo.


Purtroppo né l’antiparassitario da solo né la vaccinazione da sola offrono il 100% di protezione, la massima protezione possibile si ha con la combinazione repellente + vaccinazione.



POSSO PRENDERE LA LEISHMANIA DAL MIO CANE?


Anche l'uomo può contrarre Leishmania nello stesso modo in cui la contrae un cane quindi tramite la puntura un flebotomo infetto.

La sola convivenza/contatto stretto con un cane malato non comporta rischio di malattia.


Per quanto il cane sia considerato serbatoio della malattia non ci sono evidenze scientifiche che l’allontanamento dei soggetti malati/infetti porti ad una riduzione della circolazione del patogeno potendo Leishmania infettare tantissimi vertebrati.


In Italia ogni anno sono riportati casi di Leishmaniosi umana (in numero molto limitato rispetto ad altri paesi quali Brasile, Cina, India, Kenia, Nepal e Sudan) ma a differenza del cane l'uomo se trattato per tempo può guarire dalla malattia.


I soggetti maggiormente a rischio sono soggetti immunodepressi quali HIV positivi e trapiantati.

E' fondamentale proteggere i cani sani con repellenti ma è imperativo proteggere con i medesimi repellenti anche soggetti malati che fungono da serbatoio della malattia.



La Leishmaniosi canina è una malattia insidiosa, complessa, a volte difficile da fronteggiare.

AFFIDATI AL TUO MEDICO VETERINARIO PER LA PREVENZIONE E PER LA CURA DELLA LEISHMANIOSI CANINA, SOLO CONOSCENDO LA MALATTIA E LE “ARMI” A NOSTRA DISPOSIZIONE POTRAI REALMENTE AIUTARE IL TUO CANE.



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